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Il Dihé, l’alga Spirulina del lago Ciad

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I consumatori più attenti alla salute sicuramente avranno già sentito parlare della famosa alga Spirulina e probabilmente l’avranno pure assaggiata in qualche piatto vegano! Ma dove nasce e come arriva tra gli scaffali dei nostri supermercati? Oggi vi raccontiamo l’affascinante storia del Dihé, l’alga Spirulina che cresce nelle oasi sulle sponde del lago Ciad.

L’alga Spirulina, o Arthrospira platensis, per secoli è stata usata come alimento tradizionale dalle popolazioni indigene Africane e dell’America centrale. È un’alga che cresce nei laghi delle regioni più calde del nostro pianeta. Uno di questi è il lago Ciad, un lago poco profondo a sud del deserto del Sahara, più specificatamente nell’area del Sahel, che confina con Ciad, Camerun, Niger e Nigeria.

Questo lago costituisce da secoli l’ecosistema ideale per lo sviluppo dell’alga Spirulina, qui chiamata Dihé, che cresce naturalmente intorno alle ouaddis (oasi).

Durante tutto l’anno l’alga Spirulina viene raccolta dalle donne kanembu, un’etnia agropastorale di origine saheliana. Secondo le antiche credenze popolari kanembu, agli uomini è severamente vietato entrare in acqua perché rischierebbero di rendere sterile il lago, proprio per questo motivo l’attività di raccolta è riservata esclusivamente alla componente femminile della popolazione.

 

La raccolta dell’alga Spirulina

Ogni mattina ha inizio la raccolta, scandita da procedimenti precisi e fondamentali. Sotto la supervisione della donna più anziana, che ha il compito di curare anche il lago, le donne kanembu prendono le alghe blu-verdi che galleggiano sulla superficie del lago e le versano in capienti cesti. In media una singola donna, al giorno, riesce a raccogliere da 4 a 8 kg di alga Spirulina lavorando con temperature che normalmente si aggirano intorno ai 40°.

Una volta riposte nei cesti, sulla riva del lago si scavano grosse buche rotonde nella sabbia, si versano le alghe e si lasciano al sole a essiccare. Una volta semisecche si procede al taglio. Si creano piccoli quadrati e si ritorna al villaggio, dove il processo di essicazione viene portato a termine ponendo le alghe sulle stuoie al sole.

Prima di essere consumata, l’alga Spirulina viene sbriciolata a mano oppure con un mortaio e un pestello, dopodiché alla polvere viene aggiunta dell’acqua fredda e si mescola fino a quando non si ottiene un composto liscio e omogeneo che viene cotto per circa un’ora. È in questo momento che l’alga in eccesso viene venduta a consumatori e grossisti locali e inizia il suo viaggio nei mercati internazionali.

L’alga Spirulina nella cucina della popolazione kanembu

Il Dihé cresce da secoli sulle rive del lago Ciad e proprio per questo motivo è entrato a far parte della cultura popolare che ha imparato a conservarlo e cucinarlo, proteggendo e preservando gli ecosistemi del lago.

Nella cucina tradizionale di questa zona l’alga Spirulina è diventata un ingrediente fondamentale, un po’ come il Parmigiano per noi Italiani. Viene usata praticamente ovunque: per preparare stufati, minestre, gallette oppure mescolata a riso, latte o olio. Molto spesso viene anche utilizzata per cucinare una particolare salsa a base di fagioli, pesce essiccato o carne.

Oggi, a causa dei cambiamenti ambientali, dei problemi causati dalla siccità e del continuo sfruttamento dell’acqua per uso agricolo, il lago Ciad si è ridotto di quasi il 90%. Il Dihé, l’alga Spirulina di queste zone, rischia l’estinzione e le conseguenze sarebbero devastanti: non potremo più rendere speciali le nostre prelibatezze vegane, ma soprattutto la popolazione locale perderebbe un alimento indispensabile. Come accennato prima, l’alga Spirulina costituisce la base di moltissimi piatti tradizionali, ma è anche un’importante fonte di reddito per le donne kanembu, specialmente in questo periodo storico in cui il Sahel si sta ritrovando ad affrontare una difficile crisi umanitaria. Proprio per questo motivo, da qualche anno il progetto promosso dal FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, si sta impegnando per aiutare la popolazione a fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici e ad adottare un modello produttivo più sostenibile per l’ambiente.